Categoria: RICERCA Page 1 of 3

Border Regimes, Shifting Temporalities and Migrant Responses. An Analysis of the Route Between the Eastern Mediterranean and the North-Western French-Italian Border

Nicola Montagna, Piero Gorza, Rita Moschella, Maria Perino

The North-western French-Italian border is an important cross point for people coming from the Balkans and the Central Mediterranean routes aiming to reach Northern-continental European countries and the United Kingdom.

According to the data we collected, in 2021 some 10,369 people, including 400 unaccompanied minors and 412 families, arrived at the Alpine border – twice the 2020 numbers, when around 4,700 stopped at the two shelters. Although in 2022 the figure had dropped to about 8,500 it remains high, confirming this border as highly relevant.

Based on data collected between 2021 and 2022 in Oulx, a village in the upper Susa Valley, North-western Italy, this article aims to investigate the impact of borders on migrants’ temporalities among people who cross the border with France wanting to reach Europe.

Borders as a spatial mechanism for controlling people’s movement are bound up with time: the time of displacement in camps, the time migrants spend attempting to cross the borders, the overall time their movement takes, which is also affected by mobility policies. This does not happen in a vacuum of migrant agency.

People on the move respond to the constraints of border regimes in a variety of ways, including resorting to smugglers and changing family and household figurations. However, as this article aims to show, the kinds of responses adopted are not always freely chosen, but they are forms of adaptation to the circumstances and constraints imposed by the border regime.

Progettare, rimodellare, inventare biografie e cammini: metamorfosi antropopoietiche

di Piero Gorza e Amir Pasha Zamani

Il testo è stato presentato a Genova il 27 settembre 2023 nel corso delle giornate di studio del progetto SOLROUTES

Conflitto neocoloniale nel Mediterraneo centrale: criminalizzazione dell’etica dei pescatori tunisini, ridefinizione della sicurezza e impunità per le pratiche predatorie

di Luca Ramello

Sulla scia del memorandum UE-Tunisia del luglio 2023, che ha segnato un’ulteriore securitizzazione del regime delle frontiere nel Mediterraneo centrale, questo articolo analizza le sue ripercussioni sulla pesca costiera tunisina. Alla fine dello stesso mese, le autorità italiane hanno accusato i pescatori tunisini di estorsione sulle imbarcazioni di migranti, qualificandoli come “pirati”. Sulla base di una ricerca sul campo condotta nella Tunisia centro-meridionale nel periodo febbraio-giugno 2023, l’articolo individua tre elementi chiave per contestualizzare queste pratiche predatorie all’interno dei recenti sviluppi del regime di frontiera UE-Tunisia:

1) l’aumento della criminalizzazione della solidarietà marittima,

2) l’impunità di fronte alle violazioni dei diritti umani, esacerbata dalla retorica razzista del presidente Saied, sostenuta dall’UE, che legittima la violenza contro le persone razzializzate,

3) le denunce dei sopravvissuti e della società civile tunisina e internazionale contro i metodi di intercettazione opachi e violenti, presentati come implicati nel mercato nero degli attrezzi. Nonostante questi ostacoli, di fronte alla crescente insicurezza in mare, lo spirito di solidarietà dei pescatori tunisini resiste.

L’obiettivo della ricerca è quello di decostruire la dicotomia tra la loro stigmatizzazione come “trafficanti” o “pirati” e il ruolo vitale che svolgono per la sicurezza in mare, criticando al contempo gli eccessi delle attuali politiche migratorie nel Mediterraneo.

The Boat Drivers. Smugglers or criminalised migrants?

In un clima di ossessione politica e mediatica verso i “trafficanti”, poca attenzione viene prestata alle persone, esse stesse migranti, che facilitano i percorsi (Dadusc e Mudu, 2021; Gendrot e Dadusc 2023). Queste persone stanno affrontando pene detentive, che vanno dai sei mesi all’ergastolo, basate su processi spesso frettolosi con l’accusa di favoreggiamento dell’ingresso “clandestino” e, se il viaggio ha causato delle vittime, di omicidio.

Il lavoro di Nicola Montagna, Myrna Papadouka, Giuseppe Serrantino analizza il processo di criminalizzazione dei Boat Drivers.

Vite da salvare o disuguaglianze da riconoscere? Etica dei sopravvissuti alle intercettazioni della Guardia Costiera tunisina

di Luca Ramello

«Baba samahni» (in tunisino «Lasciateci passare», lett. «Papà perdonami») dicono coloro che tentano di attraversare. «Darouri» (trad. «siamo obbligati») risponde la Guardia Nazionale. È questa la tipica scena delle intercettazioni violente al largo delle coste tunisine, quando le persone sulle imbarcazioni non autorizzate tentano di lasciare il Paese e resistono all’arresto, rischiando naufragio e morte.

Nei primi cinque mesi del 2023, sono in media 4 i dispersi e i morti documentati quotidianamente dal Forum Tunisino per i Diritti Economici e Sociali.

CommemorAction

di Luca Ramello

Il 4 febbraio 2023 si è tenuta a Tunisi una manifestazione in memoria delle vittime dei confini europei e delle politiche migratorie dell’UE.

Tunisia, un paese non sicuro

di William Bonapace

Colloquio on line per il seminario “Il Gorgo. Guerre, crisi ambientali e Stati falliti”, che si è tenuto all’interno del Festival della Non Violenza a Torino nel mese di ottobre, con 3 giovani studiosi: Luca Ramello, Valentina Lomaglio e Riccardo Biggi, che hanno svolto uno studio sul campo nella città di Zarzis nel sud della Tunisia nella prima metà del 2022.

Nel corso degli ultimi anni il numero di arrivi via mare verso le coste italiane e le intercettazioni a largo delle coste tunisine di migranti provenienti dalla Tunisia, di nazionalità sia tunisina che africana sub sahariana, è cresciuto esponenzialmente con un aumento del 385% rispetto al 2019.

Il gorgo: guerre, crisi ambientali e “Stati Falliti”

Incontro svolto il 1 Ottobre 2022 | Centro Studi Sereno Regis, Torino.


Video dell’incontro

Abitare il cammino: Un’analisi longitudinale delle configurazioni familiari tra le persone in transito lungo il confine italo-francese

Testo di: Piero Gorza, Nicola Montagna, Rita Moschella, Maria Perino

In questo working paper intendiamo soffermarci sulle relazioni intergenerazionali e di genere plasmate dal viaggio e dalle pratiche di bordering, su come si producono e si trasformano le varie configurazioni sociali, secondo una prospettiva longitudinale che ha seguito il cammino delle persone migranti.

I confini e le pratiche di bordering hanno un impatto antropopoietico nell’incontro e nelle temporalità dei percorsi, che sono tutt’altro che lineari e possono variare, mediamente, dai due ai sei anni. Durante questo periodo di mobilità forzata e sradicamento protratto (protracted displacement), fatto di improvvise accelerazioni e lunghe soste, le persone migranti camminano, fanno figli, crescono, si trasformano.

Vogliamo evidenziare come in questi processi trasformativi che accompagnano il cammino anche le configurazioni delle reti parentali e quelle amicali subiscano profondi cambiamenti e vengano costruite domesticità originali, sia come strategie per sfuggire ai controlli dei confini e quindi proseguire il viaggio, sia come sostegno reciproco.

Trasformarsi a norma di legge

Già Maurizio Veglio aveva analizzato la crisi di credibilità del richiedente asilo nelle decisioni delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, la difficile compatibilità tra astrazioni giuridiche novecentesche e biografie moderne – irregolari, caotiche, spiazzanti”.

Lo studio delle modalità di dialogo, confronto (contesa) e verbalizzazione nei colloqui e nei processi decisionali è al centro anche del lavoro di Giacomo Becatti che si sofferma sui criteri morali ed estetici – oltre che giuridici – con i quali si definisce la “verità” e “credibilità” dei richiedenti asilo glbtq+.

Page 1 of 3

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén