Alla stazione di Briançon, secondo uno dei volontari, hanno dormito stanotte circa 230 persone, forse di più, probabilmente aumenteranno nei prossimi giorni.

Ieri sera « Les Terrasses Solidaires», nuovo rifugio inaugurato questo fine settimana a Briançon, ha chiuso le sue porte. Lo spazio poteva ospitare 81 persone ma ve ne erano presenti più di 200, la situazione è preoccupante.
Domenica i volontari hanno optato per un’ azione dimostrativa, di impatto, ma allo stesso tempo di difficile lettura.

Questi, insieme alle 200 persone di passaggio, si sono diretti ed installati nella sala d’attesa della gare SNCF di Briançon. Le persone che sono arrivate nella notte sono state invitate a raggiungere quel luogo per trovare riparo. Solo alcune famigle (in tutto 27 persone) hanno passato la notte a Les Terrasses, in mattinata però anche loro hanno raggiunto la stazione.


Questa scelta è parte di un gioco forza da parte dei bénévoles che, come dicono nel loro comunicato, dal 2017 stanno sopperendo sempre in maggior misura all’assenza di un sostegno da parte delle amministrazioni locali per garantire un’ospitalità degna a chi arriva dopo lunghe camminate nei sentieri che collegano l’Italia alla Francia. Per questo motivo, questa notte, e possibilimente quelle seguenti, l’intenzione è di rimanere alla stazione e aspettare che le istituzioni pubbliche attuino un protocollo di emergenza.
Nella notte hanno quindi continuato ad arrivare diverse decine di individui, la maggior parte uomini tra i 20 e i 40 anni provenienti da Afghanistan, Iran e Maghreb ma non sono mancate le famiglie che sono giunte a cercare riposo dopo 12 ore di cammino.


E’ stato allestito un piccolo tavolo per poter garantire un pasto caldo ma rimane comunque poco soddisfacente l’ospitalità in un luogo riscaldato ma con pochi bagni e pochi spazi per dormire se non il pavimento.
I collegamenti ferroviari verso Parigi e il nord della Francia sono rarefatti per via di tagli alle linee e la tassativa richiesta di tampone o greenpass. Quest’ultimo impedimento è divento l’oggetto principale della contrattazione tra solidali e forze dell’ordine.


La pagina di Tous Migrants denuncia infatti che la polizia ha vietato alla Croce Rossa di effettuare i tamponi gratuiti alle persone presenti in stazione da ieri sera. Questo è un ostacolo per coloro che hanno intenzione di proseguire il loro viaggio e rende impossibile alleggerire le presenze alla stazione.


In mattinata è stato montato un gazeebo forse per spostare la cucina dalla sede delle Terrasses alla stazione. Nel primo pomeriggio di oggi un numero limitato di tamponi è stato garantito, ma nessun protocollo di emergenza o soluzione si sono fatti strada in questo braccio di ferro.

In Italia la situazione è abbastanza simile, la capienza del rifugio Fraternità Massi è di 40 persone ma a Oulx ne sono arrivate più di 160, la notte di sabato circa 70 viandanti sono stati spostati in un centro della protezione civile a Bussoleno. Tra queste ci sono famiglie con almeno tre bambini neonati.


La frontiera si è allontanata ulteriormente da quando le corse degli autobus sia di linea italiana che francese sono state limitate. Il motivo sembrerebbe la mancaza di personale, e quindi la necessità fare dei tagli su quelle linee che « non sono abbastanza utilizzate » (dagli autoctoni). Così, la frontiera adesso si raggiunge a piedi (altri 17 km) oppure ricorrendo a un taxi, che però ha un prezzo triplicato rispetto a quello della corriera.


Dall’inizio del mese ci sono state più di 1500 presenze in da questo lato del confine, in Francia potrebbero essere di più. Sempre negli ultimi mesi ci sono stati tre sgomberi e l’affiancamento alle persone in transito è stato possibile solo tramite la solidarietà informale dei campeggi solidali e l’aiuto del No Nation Truck per garantire pasti diurni.


Il silenzio delle istituzioni anche qui è assordante, ci sono promesse di finanziamenti ma ancora nulla sembra risolutivo.
L’inverno è alle porte, in motagna, a Claviere, le temperature cominciano a scendere sotto lo zero.

Lunedì sera (il 25/10/2021, ndr) i volontari e le 150 persone rimaste in stazione si sono spostati alla chiesa della parrocchia di Santa Caterina di Briancon. Il prete ha autorizzato ad « accogliere » le persone negli spazi della chiesa. È interessante il comunicato scritto da quest’ultimo, nel testo si sottolinea che questo spazio non è atto ad una accoglienza reale ma al momento è un modo per risvegliare un sentimento di umanità. Stamattina sono stati istituiti autobus in accordo con la prefettura che possono permettere alle persone in viaggio di raggiungere altre città francesi.

Per il momento la situazione è comunque precaria e in divenire, gli accordi per l’ospitalità nella chiesa non sono da interpretare come una soluzione ma forse più un tentativo per guadagnare tempo.