Progettare, rimodellare, inventare biografie e cammini: metamorfosi antropopoietiche

di Piero Gorza e Amir Pasha Zamani

Il testo è stato presentato a Genova il 27 settembre 2023 nel corso delle giornate di studio del progetto SOLROUTES

Aggiornamenti da Šid

Una persona volontaria di No Name Kitchen in collegamento da Šid racconta l’operazione di polizia serba e ungherese iniziata il 27 ottobre e ancora in corso.

I campi del Nord della Serbia sono stati sgomberati per spostare le persone verso il centro e il sud del paese. Inizialmente gli spostamenti di persone sono stati concentrati su Šid, aumentando le presenze nei tre campi da 40 persone circa a più di 500. In queste ultime settimane le informazioni dal nord della Serbia sono poco raggiungibili. L’azione del governo potrebbe essere collegata all’approvazione del nuovo Patto di Migrazione e Asilo in cui le pressioni poste ai paesi esterni all’area Schengen potrebbero avere un ruolo importante. A pagare le conseguenze di queste politiche sono le persone. Attualmente i campi al confine con la Croazia sono stati a loro volta svuotati con dei bus all’alba verso il sud della Serbia sui confini di Macedonia e Montenegro. Non è più quindi praticabile andare in Croazia attraverso la Serbia, il passaggio da Šid comporta violenza e pushback. La rotta si modifica di nuovo. Molte persone tentano di fare il freegame attraversando la Drina. Gli/le attivist* stanno riconfigurando le loro possibilità di azione.

Di seguito l’intervento audio.

Rod na granici. Gender stereotypes on activsm at bordersRod na granici.

In the summer of 2023, Italy faced a migration emergency as a large number of people in transit arrived on its shores. Some of these people crossed the country toward north with the aim of reaching France. At one of the border crossings where migrants have to “illegally” cross the border, there is a receiving center, a safe house, managed and supported by various civil society organizations providing humanitarian assistance to those in transit. In Oulx, in northwestern Italy, the daily influx has far exceeded the capacity of the receiving center. According to On Borders data, in that small village, with just over 3,000 inhabitants, there were over a thousand transiting migrants in the month of July. The overcrowding, the emergencial situation, and the semi-legal nature of border solidarity have attracted the attention of various media outlets eager to report and interpret these events. The solidarity component, both institutional and informal, is predominantly composed of women.

This text (here the original bosnian version) arises from the need to find responses and defenses before a video that appeared on the internet a few months ago, published by the YouTube channel ‘The Jolly Heretic’ titled ‘Why do some women treat migrants like children?’. In this video, the speaker aims to provide and prove an evolutionary explanation for the “infantilizing attitude” of women towards people on the move.

Conflitto neocoloniale nel Mediterraneo centrale: criminalizzazione dell’etica dei pescatori tunisini, ridefinizione della sicurezza e impunità per le pratiche predatorie

di Luca Ramello

Sulla scia del memorandum UE-Tunisia del luglio 2023, che ha segnato un’ulteriore securitizzazione del regime delle frontiere nel Mediterraneo centrale, questo articolo analizza le sue ripercussioni sulla pesca costiera tunisina. Alla fine dello stesso mese, le autorità italiane hanno accusato i pescatori tunisini di estorsione sulle imbarcazioni di migranti, qualificandoli come “pirati”. Sulla base di una ricerca sul campo condotta nella Tunisia centro-meridionale nel periodo febbraio-giugno 2023, l’articolo individua tre elementi chiave per contestualizzare queste pratiche predatorie all’interno dei recenti sviluppi del regime di frontiera UE-Tunisia:

1) l’aumento della criminalizzazione della solidarietà marittima,

2) l’impunità di fronte alle violazioni dei diritti umani, esacerbata dalla retorica razzista del presidente Saied, sostenuta dall’UE, che legittima la violenza contro le persone razzializzate,

3) le denunce dei sopravvissuti e della società civile tunisina e internazionale contro i metodi di intercettazione opachi e violenti, presentati come implicati nel mercato nero degli attrezzi. Nonostante questi ostacoli, di fronte alla crescente insicurezza in mare, lo spirito di solidarietà dei pescatori tunisini resiste.

L’obiettivo della ricerca è quello di decostruire la dicotomia tra la loro stigmatizzazione come “trafficanti” o “pirati” e il ruolo vitale che svolgono per la sicurezza in mare, criticando al contempo gli eccessi delle attuali politiche migratorie nel Mediterraneo.

Giulia Cecchettin’s Femicide Sparks Outcry in Italy – and Calls for Change

The massive reaction to the latest killing of a young woman by her ex-boyfriend has raised hope of a turning point in the discourse in Italy on male violence.

Comunicato

A ottobre 2023 Baobab Experience, Mediterranea e On Borders si sono recate in Tunisia, nell’ambito di una missione esplorativa volta a indagare la possibilità di informare le persone in movimento sui presidi umanitari operativi in Italia e sui diritti e i doveri dei richiedenti asilo.

La missione è nata e si è sviluppata nel Progetto “Unire i puntini”, il tentativo di costruire passaggi sicuri tra tutte le realtà che in Italia offrono supporto e tutela alle donne, agli uomini e ai bambini che sbarcano sulle nostre coste o valicano i nostri confini terrestri, spesso per non restare ma per proseguire il loro viaggio.

In Tunisia, però, abbiamo trovato una situazione di emergenza umanitaria più grave di quanto potessimo immaginare: iniziamo a raccontarla.

Cronaca di un’altra morte annunciata. La frontiera continua ad uccidere.

È una guerra contro ragazzi che hanno la colpa di cercare una terra in cui abitare e di aspirare a una vita dignitosa.

Nella notte tra il 27 e 28 0ttobre 2023 un gruppo di 4 persone in cammino è stato intercettato dalla polizia, dopo che erano partiti nella notte da Claviere in direzione di Briançon. Dopo un primo tentativo di fuga, 2 sono stati fermati e gli altri 2 si sono ritrovati soli e privi di orientamento nella montagna, senza i telefoni. Dopo essersi nascosti hanno vagato per la montagna ritrovando la direzione solamente verso l’una del mattino del 29 ottobre 2023, costeggiando una falaise ormai prossima a Briançon. Youssef non ce l’ha fatta ed è precipitato per decine di metri e il suo corpo è stato ritrovato vicino al ponte Asfeld all’entrata della città. Il suo amico è rimasto tutta la notte aggrappato alla roccia, fino all’intervento del soccorso che lo ha riscattato verso le 11 del mattino.

Il 14 ottobre un’altra persona in fuga era morta di frontiera, di cui però alla data attuale non conosciamo l’identità. Si è invisibili nella vita e poi anche nella morte. Il 7 di agosto altra vittima e in maggio 9 persone in cammino, salvate dal soccorso in quota, denunciano la presenza di un cadavere di cui descrivono nei particolari l’abito. Poi nessun riscontro se non la cortina di silenzio che accompagna queste morti

Lo ripetiamo con rabbia e dolore: non è la montagna che uccide ma il sistema di frontiera; i morti nel Mediterraneo, a Cutro, a Pylos, nel Maghreb, in Libia e Tunisia, a Ventimiglia e sulle Alpi sono il risultato di una stessa pianificata politica dell’orrore.

La militarizzazione della frontiera, la sospensione di Schengen, la caccia all’uomo di giorno e di notte da parte della Polizia di Frontiera, della Gendarmerie e dei militari di sentinella non fermano i flussi, ma producono morte. Le persone sono sempre più costrette a scegliere vie impervie e in quota mettendo a rischio la propria vita, oggi e ancor di più nei prossimi mesi con la neve e le temperature rigide.

Denunciamo le responsabilità di questo disumano sistema sicuritario di frontiera, che semina morte in ogni dove.

Denunciamo il trattamento sempre più violento della polizia in frontiera.

Chiediamo che cessino le prassi illegali che non permettono alle persone di chiedere asilo e che cessino i respingimenti collettivi.

Chiediamo che vengano rispettati i diritti e l’incolumità di uomini, donne e bambini.

Trent’anni di Bosnia. Sguardi e immagini

Video

The Boat Drivers. Smugglers or criminalised migrants?

In un clima di ossessione politica e mediatica verso i “trafficanti”, poca attenzione viene prestata alle persone, esse stesse migranti, che facilitano i percorsi (Dadusc e Mudu, 2021; Gendrot e Dadusc 2023). Queste persone stanno affrontando pene detentive, che vanno dai sei mesi all’ergastolo, basate su processi spesso frettolosi con l’accusa di favoreggiamento dell’ingresso “clandestino” e, se il viaggio ha causato delle vittime, di omicidio.

Il lavoro di Nicola Montagna, Myrna Papadouka, Giuseppe Serrantino analizza il processo di criminalizzazione dei Boat Drivers.

Ascoltare per capire, capire per “stare con e tra” le persone in cammino. La frontiera alpina del Nordovest italiano: luglio 2022-luglio 2023

Indice
1 Quadri di una umanità in cocci alla frontiera alpina del Nord-Ovest italiano
2 Rotte fluide e cambiamenti di scenari
3 Breve intermezzo: non esistono i migranti esiste il migrare
4 Ancora abitare il cammino
5 Donne e minori: dalle diagnosi alle operatività
6 Militarizzazione del confine e dispositivi securitari
7 Vulnerabilità medico-sanitarie e problematiche legali
8 Temporalità, biografie e presenza
9 Ascoltare per capire, capire per operare

Page 2 of 9

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén