Categoria: CONNESSIONI Page 1 of 3

Arance amare. Rosarno e la Piana di Gioia Tauro tra lotte sociali, violenza, sfruttamento.

 Di William Bonapace, Maria Perino. Fotografie: enrico_carpegna©

Arrivare di notte a Rosarno è un’esperienza particolare…

The effects of cold on migrants crossing Europe’s borders

By INFOMIGRANTS

For much of January, “severe winter weather” has caused chaos across northern Europe. For migrants, often traveling on clandestine routes, far away from populated areas, the cold can not only disrupt but kill. We asked activists at some of the borders how the weather is affecting migration.

Aggiornamenti da Šid

Una persona volontaria di No Name Kitchen in collegamento da Šid racconta l’operazione di polizia serba e ungherese iniziata il 27 ottobre e ancora in corso.

I campi del Nord della Serbia sono stati sgomberati per spostare le persone verso il centro e il sud del paese. Inizialmente gli spostamenti di persone sono stati concentrati su Šid, aumentando le presenze nei tre campi da 40 persone circa a più di 500. In queste ultime settimane le informazioni dal nord della Serbia sono poco raggiungibili. L’azione del governo potrebbe essere collegata all’approvazione del nuovo Patto di Migrazione e Asilo in cui le pressioni poste ai paesi esterni all’area Schengen potrebbero avere un ruolo importante. A pagare le conseguenze di queste politiche sono le persone. Attualmente i campi al confine con la Croazia sono stati a loro volta svuotati con dei bus all’alba verso il sud della Serbia sui confini di Macedonia e Montenegro. Non è più quindi praticabile andare in Croazia attraverso la Serbia, il passaggio da Šid comporta violenza e pushback. La rotta si modifica di nuovo. Molte persone tentano di fare il freegame attraversando la Drina. Gli/le attivist* stanno riconfigurando le loro possibilità di azione.

Di seguito l’intervento audio.

Rod na granici. Gender stereotypes on activsm at bordersRod na granici.

In the summer of 2023, Italy faced a migration emergency as a large number of people in transit arrived on its shores. Some of these people crossed the country toward north with the aim of reaching France. At one of the border crossings where migrants have to “illegally” cross the border, there is a receiving center, a safe house, managed and supported by various civil society organizations providing humanitarian assistance to those in transit. In Oulx, in northwestern Italy, the daily influx has far exceeded the capacity of the receiving center. According to On Borders data, in that small village, with just over 3,000 inhabitants, there were over a thousand transiting migrants in the month of July. The overcrowding, the emergencial situation, and the semi-legal nature of border solidarity have attracted the attention of various media outlets eager to report and interpret these events. The solidarity component, both institutional and informal, is predominantly composed of women.

This text (here the original bosnian version) arises from the need to find responses and defenses before a video that appeared on the internet a few months ago, published by the YouTube channel ‘The Jolly Heretic’ titled ‘Why do some women treat migrants like children?’. In this video, the speaker aims to provide and prove an evolutionary explanation for the “infantilizing attitude” of women towards people on the move.

Giulia Cecchettin’s Femicide Sparks Outcry in Italy – and Calls for Change

The massive reaction to the latest killing of a young woman by her ex-boyfriend has raised hope of a turning point in the discourse in Italy on male violence.

Ripensare Lampedusa: la gestione dei flussi nel confine invisibile

di Nicola Montagna e Maria Perino

Dopo un maggio di relativa calma, in giugno gli arrivi lungo la rotta del Mediterraneo centrale hanno ripreso a crescere, passando da 8000, il 17% in meno rispetto a maggio 2022, a circa 12.000, quasi il doppio rispetto al giugno 2022, a conferma della tendenza in forte crescita che si era potuto osservare nei primi quattro mesi dell’anno. Complessivamente, quindi, nei primi sei mesi del 2023, sono sbarcate in Italia oltre 60.000 persone, ossia il 133% in più rispetto all’anno precedente quando nello stesso periodo ne erano arrivate circa 26.000. La maggior parte delle persone che arrivano, è noto, viene fatta sbarcare a Lampedusa, da dove vengono trasportate via nave in altre parti d’Italia nel giro di poche ore o giorni. Solo una esigua minoranza, per lo più legata ai salvataggi compiuti dalle ONG, raggiunge altri porti, tra cui Salerno, Livorno, Ravenna. Lampedusa è quindi tornata ad essere al centro dei flussi migratori verso l’Europa.

Eppure, anche stando sull’isola, non sembrerebbe[1].


[1] Queste brevi note sono state raccolte nella terza settimana di giugno 2023 a Lampedusa tra attivisti/e delle ONG coinvolte nelle operazioni di soccorso e di prima accoglienza.

Tunisia: Anatomia di una deportazione forzata in Libia

Un gruppo di venti migranti e richiedenti asilo provenienti dall’Africa occidentale e centrale è stato deportato con la forza al confine tra Tunisia e Libia (vicino a Ben Guerdane) la mattina del 2 luglio 2023 dai militari tunisini e dagli ufficiali della Guardia Nazionale.

Il 4 luglio, un secondo gruppo di 100 migranti e rifugiati è stato deportato nella stessa località al confine libico. Il gruppo è composto da persone di varie nazionalità, tra cui ivoriani, camerunensi e guineani, con almeno 12 bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni.

OnBorders ha sottoscritto il documento di Alarm Phone

Mayotte, l’impossibilità di un’isola

L’isola di Mayotte, piccolo lembo di terra a nord del Madagascar, di fronte al Mozambico e alla Tanzania, è il territorio più lontano, più povero e sconosciuto dell’Unione Europea. 101esimo dipartimento francese dal 2011 è luogo d’arrivo di migliaia di migranti che tentano di entrare in territorio europeo evitando l’inferno libico e i respingimenti violenti delle polizie di confine. Nel corso degli anni l’isola si è quindi trasformata in una trappola in cui i migranti si sono trovati bloccati senza possibilità di procedere nel loro viaggio. La Francia infatti ha deciso di derogare sul territorio di Mayotte il Codice di entrata e di soggiorno per gli stranieri previsto dalla legislazione dello Stato, con il risultato che oltre la maggioranza della popolazione è straniera e vive in condizione di clandestinità in immense baraccopoli intorno alla capitale sotto la costante minaccia dell’espulsione verso le isole Comore. Per avere un’idea della situazione, è interessante notare che su 43.565 migranti trattenuti nei centri di detenzione per migranti su tutto il territorio francese nel 2022, ben 27.643 erano nell’isola di Mayotte, oltre il 60% dei detenuti a livello nazionale.

Nel 2023 il governo di Parigi ha deciso di lanciare una dura azione di polizia, Wambushu (ripresa), per abbattere le baracche e espellere i clandestini inviando 1.800 poliziotti per rafforzare le forze dell’ordine nell’isola.

Il testo dello scrittore e filosofo Dénètem Touam Bonache che presentiamo è una interessante riflessione post coloniale sulla realtà di questa piccola isola sospesa nell’Oceano indiano ed è tratto dal libro Fugitive, Where Are You Running?

Grazie a lundimatin per averne autorizzato la pubblicazione.

traduzione di William Bonapace

Cutro insegna.

Acque territoriali greche 600 morti.
Quando non si vuole salvare si lascia morire. Vi è una chiara responsabilità, una premeditazione, che attraversa le frontiere europee e che radica nelle norme, nel geometrico progetto di “clandestinizzare”, nei disegni di confinamento, nella esteriorizzazione delle pratiche di sbarramento dei confini, nelle procedure accelerate in frontiera. Il favoreggiamento della morte cercata è coerente ai disegni di abbassare gli standard (sic!) dei paesi terzi ritenuti sicuri, di trasferimento in paesi di transito, del rinvio in quegli stessi paesi di origine ritenuti sicuri delle persone in cammino, della militarizzazione dei confini. Non esitiamo a definire stragista questa volontà ipocrita e assassina, non solo di migliaia di persone ma anche dei principi, dei valori, che hanno dato forma alle nostre Costituzioni.
I morti nelle acque territoriali greche, quelli di Cutro e tutti quelli di cui non abbiamo nome e che costellano le rotte migratorie sono il risultato di una progettualità demagogica e criminale di rendere invisibili, nella vita e nella morte, gli scarti e gli irriducibili a questo nostro modello di sviluppo. Togliere il diritto non a una terra ma alla terra stessa è la più radicale violazione dei diritti umani. Lasciare al mare, al deserto, alla montagna il compito di risolvere il problema è una logica di sterminio , già conosciuta nelle sue grammatiche nel corso della storia.
Poi rimangono il silenzio, le lacrime e la rabbia. Ogni nostro sforzo sarà contro questa normalizzazione assassina. Non 600 migranti morti, ma 600 persone, con nome e cognome e vita, che vogliamo ricordare e che sono specchio di una normalità disumana.

It’s now clear that the shipwrek outside Pylos, Greece, is one of the largest sea tragedies in Europe in modern times…

Il dettagliato resoconto di Aegean Boat Report .

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