In un clima di ossessione politica e mediatica verso i “trafficanti”, poca attenzione viene prestata alle persone, esse stesse migranti, che facilitano i percorsi (Dadusc e Mudu, 2021; Gendrot e Dadusc 2023). Queste persone stanno affrontando pene detentive, che vanno dai sei mesi all’ergastolo, basate su processi spesso frettolosi con l’accusa di favoreggiamento dell’ingresso “clandestino” e, se il viaggio ha causato delle vittime, di omicidio.