Autore: onborders Page 5 of 7

Ho imparato che il mio corpo appartiene a me.

INTERVISTA A SABINA TALOVIĆ

di Rita Moschella e Vesna Šćepanović

PLJEVLJA, dicembre 2021

Nell’estate 2021 abbiamo incontrato Sabina Talovic, un’attivista “di strada” – come si definisce – che collabora da trent’anni con le Donne in Nero jugoslave. Vive a Pljevlja, una piccola città “con forti influenze fasciste” del nord del Montenegro al confine con la Bosnia Erzegovina.

Minacciata, insultata, aggredita, ha continuato dai tempi della guerra nell’impegno femminista e pacifista e la sua piccola e indipendente associazione Bona Fide dal 2017 ha accolto e aiutato 10.500 persone in cammino, nella casa rifugio nata per proteggere le donne dalla violenza maschile.

Nell’intervista Sabina racconta come si è avvicinata all’attivismo politico, le violenze subite e la tenacia della lotta contro la guerra, contro la violenza di genere e contro le politiche migratorie europee.

Trasformarsi a norma di legge

Già Maurizio Veglio aveva analizzato la crisi di credibilità del richiedente asilo nelle decisioni delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, la difficile compatibilità tra astrazioni giuridiche novecentesche e biografie moderne – irregolari, caotiche, spiazzanti”.

Lo studio delle modalità di dialogo, confronto (contesa) e verbalizzazione nei colloqui e nei processi decisionali è al centro anche del lavoro di Giacomo Becatti che si sofferma sui criteri morali ed estetici – oltre che giuridici – con i quali si definisce la “verità” e “credibilità” dei richiedenti asilo glbtq+.

Guerre en Ukraine: menaces à l’Est de l’Europe

Un webinar del Courrier des Balkans con

Hélène Bienvenu in Polonia

Corentin Léotard in Ungheria

Florentin Cassonnet e Laurent Geslin in Moldavia

Marion Roussey in Bosnia Erzegovina

Jean-Arnault Dérens in Serbia

Alexandre Levy in Bulgaria

Solidarity and strategic resilience: the EU facing the Ukrainian exodus

Quali fattori spiegano quella che l’ UNHCR ha definito “la crisi di rifugiati in più rapida crescita dalla seconda guerra mondiale”?

Un articolo di Ferruccio Pastore (Direttore FIERI)

Si ritorna a morire alla frontiera nord ovest delle Alpi.

Comunicato MEDU

“Harga”: la traversata illegale

Che cosa accade, in diversi ambienti sociali e politici, quando una ragazza tunisina diffonde sui social network delle foto inaspettate?

Agenzie internazionali, forze anti immigrazione, associazioni reagiscono con argomenti diversi allo spiazzamento prodotto da immagini – forse provocatorie – che un po’ sdrammatizzano gli spostamenti  ed esprimono la curiosità dei giovani, elemento poco considerato nei discorsi sulle migrazioni.

Dopo alcuni giorni il video è stato rimosso.

Zavidovići città in movimento?

Report di: Sladjan Ilić, Maria Perino, Simona Sordo

Uno sguardo sui movimenti migratori e di spopolamento nella Bosnia contemporanea, a partire da una ricerca locale.

Da una parte e dall’altra della frontiera

Un VIDEO nato dalla collaborazione sul campo tra Medici per i Diritti Umani, Onborders e Dipartimento di sociologia visuale dell’Università di Genova.

Riprese video: Filippo Torre; Voce: Piero Gorza 

A che punto è la notte? Migranti tra barriere, muri e diritti negati

Seminario del 14 Maggio 2021 – Centro Studi Sereno Regis, Torino

Il seminario potrà essere seguito in diretta streaming sulla pagina YouTube del Centro Studi Sereno Regis

Nonostante l’evidente violenza, anche armata, esercitata da attori istituzionali e non nei confronti dei migranti, cresce la consapevolezza tra quanti invece accolgono, supportano i diritti e i bisogni delle persone che cercano dignità nella fortezza Europa.

La “crisi migratoria” nel Mediterraneo

Uno sguardo storico politico

di William Bonapace

Nel corso del 2020, nonostante la pandemia, il flusso di arrivi e attraversamenti dei Balcani non si è realmente interrotto. In Europa, secondo i dati ufficiali dell’IOM, sia per mare che per terra, il numero totale degli arrivi è stato di 99.475 migranti (128.536 nel 2019), confermando una flessione già registrata nel corso degli anni precedenti quando, a seguito delle severe restrizioni attuate dall’UE e dalle politiche di esternalizzazione delle frontiere in Medio oriente e in Africa, erano 147.683 nel 2018, e 188.372 nel 2017 e ben 390.000 nel 2016. I morti, sempre nell’ultimo anno, sono stati 1.419, 466 in meno rispetto al 2019.

Tutti dati che a prima vista danno l’impressione di un quadro complessivamente in miglioramento, come rivendicato dalla Commissione Europea che considera questi numeri un risultato positivo ottenuto dal suo impegno nell’azione al contrasto all’immigrazione clandestina. Nei fatti però queste stesse cifre nascondono una realtà ben diversa e a tratti drammatica, come intendiamo argomentare in questo scritto.

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