L’accampamento di Lipa, in un altopiano nella Bosnia Nord Occidentale a circa 40 Km da Bihać dove si trovava un migliaio di migranti, è stato distrutto da un incendio ed è al centro di un rimbalzo vergognoso di responsabilità. L’elenco sintetico degli eventi è lo snodarsi di una drammatica sequenza in cui tutte le istituzioni – europee, internazionali, statali, locali – sono perdenti. Ancora una volta ci interroga sulle politiche migratorie, sulle esternalizzazioni dei controlli e del contenimento dei migranti, sugli interventi umanitari, sull’uso da parte dell’Unione Europea dei Balcani come discarica dei migranti.

Risolvere urgentemente l’attuale emergenza – ancora una volta – umanitaria è necessario ma non sufficiente.

DICEMBRE 2020 – 1 GENNAIO 2021

9 dicembre: la delegazione dell’UE ha invitato le autorità bosniache a trasferire temporaneamente i migranti da Lipa al centro di accoglienza Bira a Bihać, che le autorità locali hanno chiuso a settembre. Ma le stesse autorità hanno escluso questa opzione.

12 dicembre – mezzogiorno: l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) invita le autorità del cantone di Una-Sana a fornire acqua, elettricità e condizioni di vita accettabili ai rifugiati nel campo di Lipa, oppure “l’OIM interromperà tutti i servizi che fornisce in questo campo – vale a dire manutenzione, pulizia, distribuzione di cibo e indumenti caldi, ecc”. “L’OIM sta pagando tutto questo, con il sostegno dell’Unione Europea”, ha detto il capo dell’Organizzazione in Bosnia ed Erzegovina, Peter Van der Auweraert, intervistato da Radio Slobodna Evropa.

19 dicembre – ore 10: l’accampamento di Lipa, sarà chiuso. Una decisione OIM dopo i ripetuti appelli alle autorità locali per fornire al campo i servizi di base, rimasti inascoltati. Era stato aperto a marzo in caso di emergenza per far fronte alla pandemia. Ora che non sono state trovate alternative, i migranti si trovano costretti a cercare rifugio nelle foreste circostanti o in edifici abbandonati.

20 dicembre – ore 16,30: l’OIM ha prorogato la chiusura del campo di Lipa fino a lunedì 21 dicembre, su richiesta delle istituzioni della Bosnia-Erzegovina. I rappresentanti del comune di Bihać e del cantone di Una-Sana continuano a opporsi alla riapertura del centro di accoglienza Bira di Bihać.

21 dicembre – ore 16,00: il Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina ha approvato la costruzione di un centro di accoglienza temporanea per l’accoglienza dei migranti a Lipa. Sono previste strutture prefabbricate tipo container con una capacità di 1.500 persone. Intanto le persone dovrebbero essere temporaneamente trasferite nel centro di accoglienza Bira di Bihać.

23 dicembre – ore 12,00: è scoppiato un incendio nell’accampamento di Lipa. Una tenda ha preso fuoco poco dopo le 8 del mattino, quando l’OIM ha iniziato a ritirare il proprio personale dal campo, come aveva minacciato di fare per diversi giorni, chiedendo la riapertura delle autorità bosniache del campo di Bira. Il fuoco si è diffuso in tutto il campo dopo le 11 del mattino.

23 dicembre – ore 15,00: l’assemblea del Cantone di Una-Sana ha respinto la decisione del ministero della Sicurezza della Bosnia ed Erzegovina che prevedeva il ritorno dei rifugiati all’ex fabbrica di Bira a Bihać. Chiede invece l’evacuazione dell’ex fabbrica Miral a Velika Kladuša, dove vivono circa 1.300 rifugiati. Almeno 1.200 persone sono ora in strada dopo l’incendio di questa mattina nel campo di Lipa.

29 dicembre – ore 15,00: dopo l’incendio la situazione dei migranti nella neve e nel freddo è drammatica. La loro evacuazione, verso una destinazione ancora sconosciuta, è iniziata a mezzogiorno.

29 dicembre – ore 18,00: il ministro della sicurezza della Bosnia ed Erzegovina ha annunciato che i migranti evacuati saranno temporaneamente trasferiti nell’ex base militare di Bradina, vicino a Konjic.

30 dicembre – ore 10,30: i 700 migranti evacuati da Lipa non sono riusciti a raggiungere la vecchia caserma Bradina, vicino a Konjic, la popolazione locale vi si oppone. Hanno passato la notte in pulmann e le autorità non sembrano sapere dove mandarli.

30 dicembre – ore 19,30: i 700 i migranti si preparano quindi a passare la notte all’aperto. L’OIM ha smantellato le strutture rimanenti, ma le autorità del Cantone di Una-Sana si rifiutano ancora di riaprire il campo di Bira.

(https://www.courrierdesbalkans.fr/dernieres-infos-Refugies-Balkans)

31 dicembre – 10,30: I migranti di Lipa saranno ospitati nelle strutture del campo di Bira a Bihać, ha di nuovo affermato il Consiglio dei ministri della Bosnia ed Erzegovina in una sessione urgente, nonostante la forte opposizione delle autorità locali. Il Consiglio dei ministri ha affermato che le autorità locali di Bihać e del cantone di Una-Sana devono obbedire alla decisione del marzo 2019, che ha determinato il campo di Bira come centro temporaneo dei migranti. Ma le autorità locali rifiutano ancora di accettare i migranti nel campo di Bira, che ha chiuso i battenti a fine settembre, sostenendo che ciò metterebbe a rischio la sicurezza nella città.

In una dichiarazione rilasciata nelle stesse ore, la task force del Cantone di UnaSana che gestisce la crisi dei migranti in questa parte del paese, “ha invitato tutte le organizzazioni umanitarie locali e straniere ad aiutare i migranti con cibo, medicine, vestiti pesanti.”

La task force ha criticato l’OIM, l’organizzazione che, come hanno detto, ha lasciato 1.400 migranti senza condizioni di alloggio di base, condannando in particolare l’atto di smontaggio delle tende nel campo di Lipa.

L’organismo ha chiesto al Consiglio dei ministri di trovare un luogo diverso al di fuori del Cantone di Una Sana per dare rifugio ai migranti fino al completamento dei lavori nel campo di Lipa.

(https://ba.n1info.com/english/news/bosnian-government-concludes-migrants-going-back-to-bira-camp/ )

31 dicembre – 19,30: il Ministro della Difesa della BosniaErzegovina annuncia che i migranti rimarranno a Lipa, e che l’esercito allestirà delle tende.

Il portavoce della Commissione europea Peter Stano intanto ha ricordato che nel campo di Bira l’UE ha investito oltre 3,5 milioni di euro dotandolo di riscaldamento, acqua corrente ed elettricità, e ha avvertito che ci saranno sicuramente delle conseguenze per la Bosnia-Erzegovina se non avverrà il trasferimento dei circa 900 migranti.

I residenti di Bihać si sono radunati davanti al campo di Bira insieme al sindaco Suhret Fazlic, nel tentativo di impedire ai migranti di entrare nel campo nel caso in cui il governo statale decidesse di ospitarli.

(https://ba.n1info.com/english/news/defence-minister-migrants-will-remain-at-lipa-army-to-set-tents/)

Qualche ora prima:

EU HR Josep Borell calls on BiH to urgently accommodate Lipa migrants

EU urges BiH to immediately open Bira migrant camp

1gennaio: l’Unità del Comando Logistico e tre Brigate di fanteria con un totale di 40 veicoli e oltre 150 unità si sono mosse questa mattina alle 5 verso Lipa. All’arrivo a destinazione, poco prima delle 14, hanno iniziato a installare tende militari per i migranti, che dovrebbero essere consegnate all’OIM dopo l’installazione, ha detto il ministero. È stato precisato che la richiesta di installare tende è arrivata dal ministero della Sicurezza bosniaco. La Presidenza tripartita del Paese ha approvato questa richiesta, ordinando alle forze armate di dirigersi verso il luogo dall’accampamento devastato dall’incendio.

(https://ba.n1info.com/english/news/bih-defence-ministry-armed-forces-begin-setting-up-tents-at-lipa-migrant-camp/).