Lukavac è una cittadina della BosniaErzegovina nord orientale, nel Cantone di Tuzla, al centro di una vasta area industriale dove operano diverse aziende nazionali e multinazionali. La Sisecam Soda, turca, che produce carbonato di sodio, la FCL Lukavac, impegnata nella produzione di cemento e calce, la Gikil che produce coke, benzene, catrame, solfato d’ammonio e altre sostanze.

La zona si trova in un contesto caratterizzato da una parte dalla presenza di miniere di carbone che continuano a lavorare, benché in deficit e in alcuni casi con ritardi nel pagamento degli stipendi dei minatori, e con conseguenze ambientali. E d’altra parte da un alto tasso di disoccupazione e dal massiccio esodo della popolazione, soprattutto dei giovani.

Una fabbrica a Lukavac

Gli stessi cittadini che abbiamo incontrato e che sono impegnati nella denuncia dell’inquinamento sono anche coloro che mantengono vivo un altro aspetto di Lukavac e di tutta la Jugoslavia, l’attività e la produzione poetica.

In occasione della riapertura del circolo letterario “Mostovi” di Lukavac

riceviamo e volentieri pubblichiamo un estratto del testo di Mihad Sakić, bibliotecario e tra i componenti del Forum per l’ambiente.

Bejazet Okić, Mihad Sakić,Edhem Muftić,
componenti del forum per la protezione dell’ambiente di Lukavac

 Quello che a prima vista potrebbe sembrare un semplice elenco di nomi sconosciuti al grande pubblico italiano, indica un’enorme radicata e diffusa attività e divulgazione letteraria, specialmente poetica, che è stata una componente sostanziale di tutta la società jugoslava.

«Lukavac dovrebbe essere dichiarata la città dei poeti. Perché? Chi sono i poeti? Sono annunciatori, profeti di eventi futuri.

La poesia a Lukavac ha un profondo passato. Si potrebbe non credere ma oggi ci sono poeti di Lukavac in tutti i continenti. A cominciare da Murat Dropić cantante e poeta del periodo ottomano. È rimasta tra la gente la bella storia di Murat che viaggiava di città in città; di villaggio in villaggio, cantava e recitava poesie magnificamente.

Negli anni ’30, l’ingegnere Zoran Rant, della Soda Factory, che veniva dalla Slovenia e amava la poesia, sosteneva le attività culturali di Lukavac. Nel circolo degli impiegati venivano organizzate letture di libri, riviste, giornali e venivano letti i versi di famosi poeti dell’epoca.

Dagli anni ’50 nelle sale di lettura delle cinque biblioteche e durante i festeggiamenti organizzati nel parco cittadino nei mesi estivi, venivano letti brani di romanzi di scrittori locali e classici mondiali, venivano recitate poesie, i registri locali menzionano la presenza di uno dei poeti bosniaci più famosi di tutti i tempi, Musa Ćazim Ćatić.

L’allora generazione di giovani poeti includeva: Stanko Batur, Avdo Mujkić, Tihomir Savičić, Hazim Sakić, Mela Nuhić, Salih Šabanović, Mirko e Stevan Pavlović (fratelli), Jelica Lovrić, Refija Ćerimović Harbić, Vjekoslav Kovačević, Spomenka Bakaj, Idriz Hodžić, Cvijetin Mihajlović, Šahbaz Osmanović, Tošo Mihajlović, Dragan Vujaklija e Irfan Kovačević,

I membri del circolo letterario “Mostovi” insieme con il “Club degli scrittori dilettanti” dell’Università operaia di Lukavac organizzavano importanti incontri letterari ai quali partecipavano scrittori provenienti da quasi tutte le parti della Jugoslavia socialista.

 Nel 1963 “Mostovi” iniziò a pubblicare e apparvero i primi libri. Scrittori di Lukavac, insieme a giovani letterati di Banja Luka e Prijedor, diedero vita all’evento letterario “Kozara”, diventato poi un festival jugoslavo. Ai poeti erano aperte anche altre istituzioni, come Radio Tuzla, Radio Sarajevo, Radio Belgrado, i cui programmi trasmettevano brani di autori di Lukavac.

I poeti di Lukavac viaggiavano costantemente per l’intero spazio jugoslavo. Alcuni di loro riuscivano a raggiungere la Germania, l’Italia, l’Austria e lì recitavano i loro versi che non erano graditi al regime jugoslavo.

E la città era visitata dai più famosi scrittori dell’epoca, Branko Ćopić, Mira Alečković, Aleksa Mikić, Ahmed Hromadžić, Gustav Krklec, Meša Selimović, Derviš Sušić, Ćamil Sijarić, Mladen Oljača. Alcuni di questi scrittori furono cari ospiti di Lukavac anche nei decenni successivi.

Negli anni ’70, i poeti ampliarono la loro cerchia, arrivarono nuove generazioni. E il circolo letterario “Mostovi” continuava con la buona pratica di pubblicare libri da parte dei suoi membri tanto che negli anni ’80 gli scrittori locali divennero famosi e apprezzati a livello federale e furono ospiti di eventi a Novi Sad, Sarajevo, Trebinje, Stolac, Banja Luka, Doboj, Tešnje, Travnik, Visoko, Rijeka, Osijek, Struga, Šabac, Loznica, Križevci, Zagabria, Belgrado, Titograd, Subotica, Tuzla e in molte altre città della Jugoslavia socialista. Lukavac divenne punto di riferimento di molti poeti e scrittori: Smail Terzić, Kasim Deraković, Ranko Preradović, Jevrem Brković, Šimo Ešić, Ivica Vanja Rorić, Abdulah Sidran, Duško Trifunović, Meho Baraković, Miroslav Mika Antić, Bisera Alikadić, Ferida Duraković, Ljubivoje Ršumović , Nedeljko Terzić,

mr. Nijaz Alispahić, Ivo Mijo Andrić,Velimir Milošević, Ranko Risojević, Rešad Hadrović, Stevan Tontić, Ivan Kordić, Jakov Jurišić, Slobodan Blagojević, Mirsad Bećirbašić, Ivan Lovrenović, Mile Stojić, Ranko Čolaković, Drago Jovanović, Radoslav Milošević, Husein Tahmiščić

La comunità culturale ed educativa di Lukavac divenne editrice di tanti testi e opere poetiche e apparve un nuovo tipo di attività organizzata, la conferenza municipale della gioventù letteraria, da cui emersero nuovi nomi della scena letteraria locale.

Altre figure degli anni ’90 e poi dei primi anni del ventunesimo secolo costituiscono un elenco significativo della vivacità della produzione poetica della città: Samid Ejubović, Edis Bratanović, Mujo Bijelić, Ešref Kovačević, Sakib Tufekčić, Fehim Salihović, Nermina Sivčević, Ivica Tunjić, Kristijan Đaković, Muhamed Ahmetović, Šefik Čajić, Admir Džibrić, Redžo Hankić, Hazim Brašnjić, Anđelka Spasojević, Razijlavić ., Nihad Mujkić, Esad Jusufović, Ismet Hodžić, Branka Simić, Dženan Nukić, Vojislav Marković, Branislav Lukić, Maida Zukić Ribić, Minela Moranjkić Ćosić, Amar Velagić, Mehmedalija Bektić, Erna Mujkić, Zijad Burgić, Dragiša Tošić, Milenko Blagojević, Belma Malagić , Dženana Imširović, Zemira Bektić, Selma Mehanović, Elvedina Mujagić, Amila Mujkić, Leonardo Lukić, Dario Blagojević, Dženita Memić, Melisa Omerović, Tarik Sakić e altri scrittori.

Ma gli anni ’90 sono stati anche gli anni dell’oscurità. Con il rafforzamento della folkloristica nazionalista, i poeti divennero silenziosi. Sfortunatamente, nel 1991, morì Avdo Mujkić, era un grande tra i poeti di Lukavac. Avdo era un inimitabile oppositore del predominio della palanka[1] a Lukavac e in tutta la BosniaErzegovina.

E la combatté in una lotta incessante, spesso isolata».


[1] Il termine palanka è un turchismo nella lingua serba, originariamente denotava “una piccola città o fortezza circondata da un fossato” (Belančić, 2003) e compare nell’importante opera di Radomir Konstantinović Filozofije palanke (1969). Konstantinović la usa per descrivere la “cittadina”, la “provincia”, la “zona rurale” non in senso geografico ma nel significato di nazionalismo campanilistico, predominio del senso comune, dell’unità del gruppo, dell’uniformazione del pensiero, con i rischi di violenza che ne sono insiti (Cox, 2017).